top of page

Scrivere per me ha sempre avuto una funzione molto importante. 

Ho sempre fatto fatica ad esprimere quello che provo, e trovo molto più semplice questo metodo

come alternativa di comunicazione.

Tengo un diario da quando ho imparato a scrivere... che poi sono diventati due, tre, quattro...

e ora non li conto più.

La magia che ritrovo nel rileggere vissuti e sensazioni di tempo fa è inspiegabile, e penso che non possano concorrere con i ricordi che riusciamo a conservare soltanto con la mente.

Se quindi hai voglia di entrare un po' nel mio mondo,

qui sotto trovi una Marta che si racconta,

e che pensa che la sensibilità e i nostri punti deboli siano anche la nostra parte migliore,

quella più autentica.

Buona lettura!

  • 20 giu 2022
  • Tempo di lettura: 3 min


A volte ho come la sensazione che con il passare del tempo io abbia bisogno di fare dei passi indietro. Ricerco la semplicità delle cose, e ritrovo nella natura una grande maestra. Osservandola quante cose si possono imparare, e a volte mi sembra che tutti i pensieri che abbiamo, le perplessità e le complicazioni che ci creiamo nella testa siano tanto stupide. Il nostro corpo ci fornisce tutti gli elementi che ci servono per cogliere segnali.

Ci avvisa quando stiamo andando nella direzione che non ci fa bene, semplicemente basta mettersi in ascolto. Quando senti invece di avere più forze nel tuo corpo, quando intorno a te tutto si allinea e ci si presentano occasioni più grandi di quelle che avremmo desiderato, è allora che puoi essere certo che stai facendo la cosa giusta.

È allora che ti stai prendendo cura della tua persona, della tua unicità.


Due settimane fa', dopo aver terminato di leggere un libro, ho sbirciato nella libreria alla ricerca del prossimo da iniziare.

È una cosa che amo fare. A volte ci metto due-tre giorni, altre volte mi basta un'occhiata. Mi è capitato tra le mani questo libro, che avevo acquistato nella mia libreria preferita. Era tra i "consigliati del mese". È una lettura scorrevole, piacevole. Ma contiene un messaggio profondo. Fa riflettere su quello che è diventata la società. Racconta di una tribù indigena australiana, del suo forte radicamento, di quanto per loro sia importante la comunità, la natura, la preghiera. Pone l'attenzione ai segnali che il nostro corpo e la natura ci manda, che la nostra società sembra aver perso con il tempo. Allenando i nostri sensi all'ascolto, avremmo tutti un'attenzione maggiore a noi stessi, e soprattutto a chi ci sta vicino. Saremmo più sensibili, più gentili. Più rispettosi. Avremmo maggiore cura della Terra, perché ci accorgeremmo di essere impotenti davanti a lei e la onoreremmo per tutto quello che ogni giorno ci dona. Ci sentiremmo più vulnerabili, ma per questo più vivi. Più veri.


Mi viene naturale chiedermi allora come siamo arrivati fino a qui, e se sia giusto farsi inghiottire da questo vortice di fretta e apparenza.

Io voglio tornare indietro, voglio imparare da quella tribù.


Voglio rallentare, perché andare al proprio ritmo non significa perdersi qualcosa, ma arricchirsi profondamente.

Una cosa che mi ha colpito di quel racconto è che in quella comunità le persone ricevono un nome al momento della loro nascita: ma non è il nome con cui vengono chiamati per il resto della vita. L'individuo può scegliere di cambiarlo fino a otto volte nel corso della sua esistenza. Lo sceglie in base al nome che sente parte di sé, al suono che riconosce come familiare, in base agli insegnamenti appresi e alle abilità che riscopre in sé stesso.

Questo libro si chiama "E venne chiamata due cuori", e ve lo consiglio tanto, anche se non l'ho ancora terminato. Leggere può svelare nuove realtà, porta a conoscere nuove culture ma anche parti nascoste di noi stessi.


Ora che tanti di voi possono approfittare di un po' di tempo libero per le vacanze, ricordatevi di prendervi anche del tempo per voi. Non correte per la fretta di fare il più possibile, ma rallentate. Godetevi un po' di compagnia con il vostro IO. Senza sensi di colpa. Passeggiate, leggete, e aprite i sensi a nuove emozioni, a nuove scoperte. Ponete l'attenzione sul vostro respiro, all'effetto del vento sulla pelle e a quello che provano i vostri piedi camminando.


Guardatevi intorno provando bellezza, sorridete.


E' questo che sto riscoprendo potendo andare "al mio tempo", da quando ho intrapreso la strada dell'artigianato.

Sta avvenendo tutto in modo naturale, giorno dopo giorno.

Per me il lavoro manuale rappresenta un riavvicinamento ai vecchi mestieri e all'autenticità. Io voglio fare qualcosa di semplice, che faccia sentire bene me, e possa essere apprezzato anche da qualcun altro. Mi sento libera di poter scegliere ogni giorno se continuare per questa strada. Non dipendo da nessuno, e la dimestichezza che ho sempre di più con questo mestiere mi fa avvicinare a quello che sento dentro.

In più tutto questo mi permette di scoprirmi, di utilizzare il mio tempo in modo costruttivo... e penso che sia così che dovrebbe girare il mondo. Se ognuno riuscisse a cogliere il proprio talento, saremmo delle persone migliori. Non vivremmo il lavoro come un mezzo per ottenere qualcos'altro, ma come la cosa che preferiamo fare perché ci arricchisce. Penso che non ci sia un'età giusta per iniziare a farlo. Non è mai troppo tardi. Chiediti cosa ti fa stare bene. Sei al mondo per scoprirlo.



  • 15 mar 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 21 apr 2022


Proprio quello di cui avrei bisogno.

Rilassare la mente, fidarmi delle mie capacità e dell'impegno, e lasciare che tutto avvenga con tranquillità.

Mi IMPEGNERO' a RILASSARMI.

"Passiamo gran parte della vita preoccupati per cose che non accadranno mai, attribuendoci la colpa per situazioni che non possiamo modificare o disperandoci per fatti che non avvengono. In questo modo sprechiamo tanta della nostra energia mentale e creiamo degli stati emotivi negativi che, alla lunga ci allontanano dai nostri obiettivi e ci fanno sentire male.

Ma c'è un altro modo di vivere, uno stile di vita molto più tranquillo che ci permette di raggiungere i nostri obiettivi con uno sforzo minore, mantenendo il nostro equilibrio emotivo. La chiave ci viene dalla filosofia taoista, in particolare dal concetto “Wu Wei”.

Il concetto di non-azione

Uno dei più potenti concetti del Taoismo è il “Wu-Wei”, che significa letteralmente non-azione o inazione. Tuttavia, è anche uno dei più fraintesi in occidente dato che la nostra cultura da la priorità all’azione su tutte le cose.

Per comprendere la sua essenza dobbiamo approfondire il sanscrito, nel quale esistono due parole diverse per esprimere due idee che spesso intercambiamo:

akarma = inazione

akarmakR^it.h = non fare nulla

Si tratta di due concetti diversi, l'inazione è uno stato naturale che non richiede nessuno sforzo. Al contrario, se vogliamo evitare di fare qualsiasi cosa dobbiamo sforzarci perché non è una condizione naturale. Se ci auto-imponiamo l’immobilità, se ci costringiamo a non fare nulla, non possiamo rilassarci.

Ad esempio, quando alcune persone si siedono a meditare tentano di non fare nulla e si sforzano di vuotare la mente. Per questo gli risulta così difficile e spesso abbandonano questa pratica. Tuttavia, se lasciassero fluire liberamente la loro mente, se restassero semplicemente inattive, si renderebbero conto che possono raggiungere più facilmente questo stato di rilassamento e tranquillità che desiderano.

Il Wu Wei propone esattamente di imparare a fluire attraverso l'inazione. Ma non si tratta di rimanere inattivi, se dobbiamo fare qualcosa lo facciamo, ma durante l'azione continuiamo a fluire. Si tratta di uno stato d'animo che ci permette di sapere quando dobbiamo sforzarci e quando si tratta di una perdita di tempo e d’energia.

Il fiore cresce senza sforzarsi, naturalmente

I fiori crescono senza sforzo, naturalmente. Ma immaginiamo per un momento che un fiore sviluppi una coscienza simile alla nostra. È probabile che inizi a preoccuparsi del processo di fioritura che deve affrontare. Forse si chiederà di che colore saranno i suoi petali, se potrebbe accelerare il processo utilizzando dei fertilizzanti, quanto costa e se se lo può permettere o addirittura si chiederà anche se sarà più bello e più grande del fiore che cresce accanto a lui. Così quello che è un processo naturale potrebbe trasformarsi in un vero e proprio trauma.

Ovviamente, noi abbiamo molte più preoccupazioni, e prendiamo le decisioni in base agli stati mentali che esse generano invece di concentrarci esclusivamente nei fatti. Tali preoccupazioni, preconcetti e pregiudizi sono esattamente l'opposto di fluire. Ogni volta che cerchiamo di prevedere il futuro e ci preoccupiamo di ciò che può accadere, stiamo andando contro il principio del Wu Wei, il che significa che stiamo sprecando energia e ci sforziamo inutilmente.

Non fare nulla ma non lasciare niente da fare

Il Wu Wei non promuove l'inattività, ma insegna a fare le cose spontaneamente e naturalmente, senza farci sopraffare dalle preoccupazioni che ci inchiodano su percorsi forzati. Questo concetto non implica la pigrizia, la passività o evitare di agire. In effetti, uno dei suoi più importanti principi afferma che “non dobbiamo lasciare niente da fare”, perché l'idea è quella di conquistare il mondo con uno sforzo minore.

Il concetto Wu Wei implica due cambiamenti di mentalità fondamentali:

1. Imparare a fidarsi degli eventi

2. Sfruttare le circostanze

Questo non significa che non dobbiamo avere obiettivi e ambizioni, ma che non dobbiamo trasformarli in una fonte di preoccupazione che ci tolga la calma e l’equilibrio emotivo. Al contrario, dobbiamo prestare sempre attenzione per approfittare delle circostanze favorevoli che ci permettono di raggiungere questi obiettivi con il minor sforzo possibile, senza aggiungere inutile pressione mentale.

Allo stesso modo, implica che quando abbiamo finito un compito, non dobbiamo pensarci più perché altrimenti resteremmo legati al passato, manterremmo la mente occupata e non saremmo in grado di vedere le nuove opportunità quando si presentano.

Il Wu Wei è uno stato di calma mentale nel quale ci fidiamo delle nostre capacità e nel flusso della vita. Implica mantenere la calma anche nei momenti più bui, perché siamo sicuri che prima o poi sorgerà di nuovo il sole.

Come applicare il Wu Wei nella vita quotidiana?

Naturalmente, all'inizio è molto difficile applicare il concetto di Wu Wei dal momento che siamo “programmati” culturalmente a preoccuparci e disperarci. Ma se facciamo un passo alla volta, e lo facciamo consapevolmente, molto presto riusciremo ad abbracciare pienamente questa filosofia di vita.

- Imparare a non preoccuparsi. Applica il vecchio principio “Se c’è una soluzione, perché preoccuparsi. Se non c’è soluzione, perché preoccuparsi”. Non si tratta di ovviare ai problemi, ma di osservarli nella giusta prospettiva e prendere i provvedimenti opportuni. Invece di preoccuparti, qualcosa che non ti condurrà da nessuna parte, progetta delle soluzioni. Ti sentirai meglio e più sicuro.

- Imparare a fidarsi. Confida nel ​​corso della vita e nelle tue capacità. Solo così potrai sfruttare le opportunità quando si presentano. Se non confidi in te stesso, la paura del fallimento ti farà fallire. Ma devi anche imparare a fidarti del ciclo della vita, molte persone sprecano delle opportunità solo perché, inconsciamente, credono di non meritarle."


Curiosità? Scrivimi qui

Il tuo messaggio è stato inviato!

  • Facebook
  • Instagram
  • Pinterest - Black Circle

+39 3488023151

ETNIQUE di Marta Tricarico - P.I. 05001580231

bottom of page