top of page

Sei al mondo per scoprirlo



A volte ho come la sensazione che con il passare del tempo io abbia bisogno di fare dei passi indietro. Ricerco la semplicità delle cose, e ritrovo nella natura una grande maestra. Osservandola quante cose si possono imparare, e a volte mi sembra che tutti i pensieri che abbiamo, le perplessità e le complicazioni che ci creiamo nella testa siano tanto stupide. Il nostro corpo ci fornisce tutti gli elementi che ci servono per cogliere segnali.

Ci avvisa quando stiamo andando nella direzione che non ci fa bene, semplicemente basta mettersi in ascolto. Quando senti invece di avere più forze nel tuo corpo, quando intorno a te tutto si allinea e ci si presentano occasioni più grandi di quelle che avremmo desiderato, è allora che puoi essere certo che stai facendo la cosa giusta.

È allora che ti stai prendendo cura della tua persona, della tua unicità.


Due settimane fa', dopo aver terminato di leggere un libro, ho sbirciato nella libreria alla ricerca del prossimo da iniziare.

È una cosa che amo fare. A volte ci metto due-tre giorni, altre volte mi basta un'occhiata. Mi è capitato tra le mani questo libro, che avevo acquistato nella mia libreria preferita. Era tra i "consigliati del mese". È una lettura scorrevole, piacevole. Ma contiene un messaggio profondo. Fa riflettere su quello che è diventata la società. Racconta di una tribù indigena australiana, del suo forte radicamento, di quanto per loro sia importante la comunità, la natura, la preghiera. Pone l'attenzione ai segnali che il nostro corpo e la natura ci manda, che la nostra società sembra aver perso con il tempo. Allenando i nostri sensi all'ascolto, avremmo tutti un'attenzione maggiore a noi stessi, e soprattutto a chi ci sta vicino. Saremmo più sensibili, più gentili. Più rispettosi. Avremmo maggiore cura della Terra, perché ci accorgeremmo di essere impotenti davanti a lei e la onoreremmo per tutto quello che ogni giorno ci dona. Ci sentiremmo più vulnerabili, ma per questo più vivi. Più veri.


Mi viene naturale chiedermi allora come siamo arrivati fino a qui, e se sia giusto farsi inghiottire da questo vortice di fretta e apparenza.

Io voglio tornare indietro, voglio imparare da quella tribù.


Voglio rallentare, perché andare al proprio ritmo non significa perdersi qualcosa, ma arricchirsi profondamente.

Una cosa che mi ha colpito di quel racconto è che in quella comunità le persone ricevono un nome al momento della loro nascita: ma non è il nome con cui vengono chiamati per il resto della vita. L'individuo può scegliere di cambiarlo fino a otto volte nel corso della sua esistenza. Lo sceglie in base al nome che sente parte di sé, al suono che riconosce come familiare, in base agli insegnamenti appresi e alle abilità che riscopre in sé stesso.

Questo libro si chiama "E venne chiamata due cuori", e ve lo consiglio tanto, anche se non l'ho ancora terminato. Leggere può svelare nuove realtà, porta a conoscere nuove culture ma anche parti nascoste di noi stessi.


Ora che tanti di voi possono approfittare di un po' di tempo libero per le vacanze, ricordatevi di prendervi anche del tempo per voi. Non correte per la fretta di fare il più possibile, ma rallentate. Godetevi un po' di compagnia con il vostro IO. Senza sensi di colpa. Passeggiate, leggete, e aprite i sensi a nuove emozioni, a nuove scoperte. Ponete l'attenzione sul vostro respiro, all'effetto del vento sulla pelle e a quello che provano i vostri piedi camminando.


Guardatevi intorno provando bellezza, sorridete.


E' questo che sto riscoprendo potendo andare "al mio tempo", da quando ho intrapreso la strada dell'artigianato.

Sta avvenendo tutto in modo naturale, giorno dopo giorno.

Per me il lavoro manuale rappresenta un riavvicinamento ai vecchi mestieri e all'autenticità. Io voglio fare qualcosa di semplice, che faccia sentire bene me, e possa essere apprezzato anche da qualcun altro. Mi sento libera di poter scegliere ogni giorno se continuare per questa strada. Non dipendo da nessuno, e la dimestichezza che ho sempre di più con questo mestiere mi fa avvicinare a quello che sento dentro.

In più tutto questo mi permette di scoprirmi, di utilizzare il mio tempo in modo costruttivo... e penso che sia così che dovrebbe girare il mondo. Se ognuno riuscisse a cogliere il proprio talento, saremmo delle persone migliori. Non vivremmo il lavoro come un mezzo per ottenere qualcos'altro, ma come la cosa che preferiamo fare perché ci arricchisce. Penso che non ci sia un'età giusta per iniziare a farlo. Non è mai troppo tardi. Chiediti cosa ti fa stare bene. Sei al mondo per scoprirlo.



Post recenti
Seguimi
  • Nero Facebook Icon
  • Black Icon Instagram
  • Black Icon Pinterest
bottom of page