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Piccoli, ma Grandi Cambiamenti



Quest’anno, a inizio anno, ho deciso di smettere di lamentarmi.

Proprio perché il lavoro che mi sono costruita è la mia passione più grande, non ne ho il diritto.

Mi sono chiesta quali fossero i punti da mettere in atto per trasformare le mie debolezze sul lavoro e renderle un punto di forza.

Ho analizzato i miei errori, e ho capito che, ogni tanto, è giusto ammettere di essere stanchi.

Quando si è stanchi è giusto mettercelo un po’ di impegno… ma è anche giusto fermarsi e riposare.


L’estate scorsa il mio corpo mi ha fatto capire di aver bisogno di respiro.

Avevamo un calendario pieno zeppo: ma la cosa che mi ha pesato più di tutte è stata quella di non godermi i festival perché mi sono trovata impreparata.

Avevo fatto male i conti… evidentemente molto male.

Così, tra una serata e l’altra in bancarella, tornavo a casa di corsa a cucire e le mie poche energie rimaste giocavano un tiro alla fune con il mio malumore.

Non facevo altro che lamentarmi, e la mia mania di controllo non ha potuto che arrendersi.


“Quest’anno non può andare allo stesso modo”, mi sono detta… altrimenti cos’ho imparato?

Ho iniziato quindi a fare una lista realistica del materiale che avrei avuto bisogno per la stagione 2023.

Ancora oggi, a guardarla, mi spavento… e mi motivo.

L’esperimento che voglio fare quest’anno è mantenere alto il numero di feste, e avere la serenità mentale di potermi godere le mie ore libere durante il giorno riposandomi… perché avrò gli scatoloni traboccanti di accessori di scorta da non dovermene preoccupare minimamente.


La lista delle cose da preparare si sta piano piano dimezzando, ma non solo grazie a me.

Ho pensato che sarebbe stato intelligente farsi aiutare nella produzione, e penso di aver preso una decisione saggia.

Ho trovato una ragazza che da qualche settimana mi aiuta a tagliare, incollare ecc (e mi motiva).


Non so se vi siete mai trovati dall’altra parte… quella nella quale siete voi a dover coordinare un lavoro, e dover pensare a quale sia il modo migliore per farlo.

Per me è stata la prima volta, e mi sono confrontata con le mie esperienze lavorative passate per capire quali sono state le caratteristiche a favore di una situazione e i punti negativi.


Mi sono venute in mente incomprensioni, nervosismi e incapacità di gestire tensioni.

E ho pensato che, per quanto presa seriamente, una mansione deve essere prima di tutto piacevole, stimolante e poco ripetitiva: questo serve per trasmettere passione in quello che si fa’.

In tanti paesi c’è già, per fortuna, la concezione che il rendimento di una persona sul lavoro vada in base a quanto si trova bene e si sente valorizzato… ma sembra che in Italia ci siano ancora dei grossi passi in avanti da fare.


Quello che voglio trasmettere, nel mio piccolo laboratorio informale, è che ci sono tante diverse possibilità per svolgere un lavoro… e allora perché non farlo in modo costruttivo per entrambe le parti?

Divertirsi non significa non lavorare.


Vorrei riuscire, in questo mio nuovo “ruolo”, a mantenere la limpidezza che sto manifestano ora, perché anche dall’altra parte ci si senta a proprio agio e liberi di parlare anche delle cose che non vanno.


I miei obiettivi, ora che coinvolgono un’altra persona oltre a me, li vedo più vicini perché riesco a rispettare meglio le scadenze… e io sono più serena.

E per quanto riguarda i miei pensieri sul rapporto di due persone che collaborano.. penso che il rispetto debba essere al primo posto, e vorrei continuare a mantenere un’apertura mentale in questo senso.


Fa parte anche questo di uno dei cambiamenti che vorrei vedere nel mondo.

Perché allora non iniziare nel nostro piccolo?


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